martedì 2 luglio 2019

Xi Jinping al G20: la Cina aprirà ulteriormente il proprio mercato

Durante il G20, il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato che la Cina è pronta ad aprire ulteriormente il proprio mercato per contrastare ogni protezionismo
Il 28 giugno si è tenuto a Osaka, in Giappone, il 14esimo vertice del G20. Il Presidente cinese Xi Jinping, presente all’evento, ha pronunciato un discorso intitolato “Avanzare mano nella mano per creare insieme un’economia mondiale di alta qualità”.
tterà in modo paritario gli investimenti e le aziende straniere registrate sul proprio territorio e promuoverà i negoziati economico-commerciali.
Lo scorso marzo il più alto organo legislativo della Repubblica Popolare cinese ha approvato la cosiddetta "Legge sugli investimenti stranieri", confermando giuridicamente la transizione della Cina da mercato aperto di tipo generale a mercato aperto sistemico, creando così un nuovo modello finalizzato ad ampliare ulteriormente l'apertura del Paese.
Le imprese transnazionali, intanto, hanno aumentato i loro investimenti in Cina. Secondo gli ultimi dati del ministero del Commercio cinese, nei primi cinque mesi di quest'anno il capitale effettivo straniero utilizzato oltre Muraglia ha toccato quota 369,06 miliardi di yuan, registrando un incremento su base annua del 6,8%. Dato il rallentamento degli investimenti diretti esteri a livello globale, questa crescita evidenzia la fiducia nutrita dalle aziende straniere nei confronti del mercato cinese.
Una maggiore apertura della Cina sarebbe accolta con favore non solo dalle aziende transnazionali, ma anche dalle regioni sottosviluppate. Secondo Hannah Wanjie Ryder, CEO del Development Reimagined in Kenya, nel 2000 le importazioni cinesi dai Paesi non africani superavano di 44 volte quelle dall'Africa; oggi questo divario è diminuito enormemente, riducendosi a 22 volte. Si tratta naturalmente di un grande progresso. Al contrario, il mercato statunitense nel Continente Nero si sta chiudendo.
Molti esperti presenti al G20 hanno osservato come un'economia globale aperta debba attualmente affrontare gravi sfide a causa del protezionismo e dell’unilateralismo, sottolineando come i fattori d’incertezza siano aumentati notevolmente. E anche il commercio mondiale è influenzato in modo sempre più rilevante da tali sfide.
A conferma di ciò, recentemente è stato lanciato lo Shanghai-London Stock Connect e sta per essere pubblicata una nuova edizione della lista negativa degli investimenti stranieri; inoltre stanno realizzandosi gradualmente le misure promesse dalla Cina per aumentare il grado di apertura del Paese verso l'estero. Il 25 giugno, sempre a Osaka, si è svolto il Forum Internazionale cinese delle scienze sociali, dove Xie Fuzhan, il direttore dell'Accademia cinese delle scienze sociali, ha dichiarato che la Cina ha sempre promosso un'economia mondiale aperta e contribuito affinché si realizzasse. “Dopo lo scoppio della crisi finanziaria internazionale nel 2008 – ha spietago Fuzhan - la Cina non solo non ha chiuso le sue porte verso l’estero, ma ha anche deciso di ricorrere a un più alto grado di apertura come mezzo fondamentale per far fronte alla crisi finanziaria e promuovere la crescita economica, in modo da consentire a più Paesi di condividere le opportunità portate dal suo sviluppo”. Il direttore ha poi concluso così il suo pensiero: “Da molti anni la Repubblica Popolare contribuisce stabilmente a circa il 30% alla crescita economica mondiale, rivelandosi uno stabilizzatore nonché forza motrice dell'economia globale. La Cina ha da poco lanciato una serie di importanti misure strategiche volte ad attuare una nuova tornata di riforme con l’obiettivo di rafforzare l’assetto istituzionale e strutturale del Paese”.

Matthew Goodman, vicepresidente senior del Center for Strategic and International Studies statunitense, ha osservato che, trattandosi delle due maggiori economie del mondo, è evidente che gli attriti commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina avranno ripercussioni negative sul resto del pianeta. Goodman ha inoltre affermato che la guerra dei dazi risulta molto pericolosa per l’economia mondiale: “Gli attriti commerciali risultano molto pericolosi per l'economia globale. Le misure tariffarie adottate da entrambe le parti hanno aumentato le incertezze sulla crescita economica mondiale. Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, gli attriti commerciali tra i due Paesi comporteranno un calo compreso tra lo 0,3% e lo 0,5% della crescita economica globale, numeri che non dovrebbero essere sottovalutati dato che l’economia mondiale risulta già molto debole. Credo che questi fattori d’incertezza abbiano anche sconvolto l'ordine della catena di fornitura globale”.

Il Partito islamico sfida l'Europa: "Nel 2030 saremo maggioranza"

"Bruxelles, la capitale dell'Unione Europea, nel 2030 sarà a maggioranza musulmana". La previsione è di Redouane Ahrouch, fondatore del Parti Islam, un piccolo partito islamista che, in vista delle amministrative del prossimo ottobre, sta facendo molto rumore in Belgio.
"Oggi - spiega all'agenzia Adnkronos - il 33% della popolazione è di religione islamica. Su 1,2 milioni di abitanti, ci sono circa 400mila musulmani. Nel giro di 12 anni, nel 2030 saremo in tutto 1,3-1,4 milioni e noi saremo la maggioranza". La capitale belga, che è anche la principale sede delle istituzioni dell'Unione europea, sarà dunque "la prima regione d'Europa ad essere a maggioranza musulmana".
Non c'è modo di sapere se la previsione di Ahrouch sull"islamizzazione" di Bruxelles sia esatta. Il governo belga, infatti, non pubblica dati ufficiali sull'appartenenza religiosa dei cittadini. Ma la prospettiva appare credibile: da anni nella capitale belga, dove l'immigrazione dal Nord Africa è iniziata agli inizi degli anni Sessanta, il nome più diffuso tra i nuovi nati è Mohammed. Nonostante contro il Parti Islam, che è l'acronimo di "Intégrité, Solidarité, Liberté, Authenticité, Moralitè", si siano già levati appelli bipartisan per chiederne la messa al bando, Ahrouch è determinato a portare avanti la propria battaglia: "Vogliamo che i bruxellesi musulmani siano rappresentati, in modo tale da esprimere in maniera democratica e non violenta il malcontento di una comunità fragile, quella musulmana, che può cadere vittima dell'estremismo". Un pericolo concreto, come si è visto a Parigi nel novembre del 2015 e a Bruxelles nel marzo 2016. Per il leader del Parti Islam, però, le colpe non vanno ricercate all'interno della comunità islamica ma tra i giornalisti e i politici che descrivono, a suo dire, tutti i musulmani come terroristi. "Il Partito Socialista ha sempre lavorato per il comunitarismo - accusa - hanno lavorato con marocchini e turchi (Ahrouch è sciita, ndr), per avere i loro voti, restare al potere ed arricchirsi. Hanno bisogno dei voti della comunità e poi trattano noi da comunitaristi". In contropartita, avrebbero dato "la possibilità agli estremisti di installarsi nei quartieri, come a Molenbeek". E proprio Molenbeek, secondo Ahrouch, "c'è una presenza incredibile di jihadisti, perché i socialisti, che hanno governato per trent'anni, hanno chiuso gli occhi davanti agli imam integralisti che venivano qui a diffondere il loro odio nelle moschee. E in cambio Philippe Moureaux (l'ex sindaco socialista, ndr) chiedeva all'imam il voto della comunità".
Ahrouch si rifa al Partito Sociale Cristiano che si ispira alla dottrina sociale della Chiesa. "A me non disturba che ci siano partiti così - spiega ancora all'Adnkronos - l'importante è non imporre la propria visione e fare delle coalizioni: noi abbiamo una filosofia sociale basata sul Corano, ma non c'è problema, si dialoga e si trovano soluzioni per lavorare insieme". Il Parti Islam punta molto la famiglia. D'altra parte è la leva demografica che perte loro di fare incetta di voti. "Non siamo qui per islamizzare l'Europa, ma per pacificarla: se non facciamo niente, le cose andranno molto male", continua profetizzando, entro dieci anni, "un ripiegamento identitario, religioso ed estremista", come nella ex Jugoslavia. "Non è passato molto tempo - sottolinea - ed era nel cuore dell'Europa. La stessa cosa si può verificare in Belgio".

Roberto, Carmine e Ferdinando: sono 3 fratelli ed il 28 giugno saranno ordinati sacerdoti insieme!Roberto, il maggiore, Carmine e Ferdinando, gemelli, saranno ordinati venerdì dall’arcivescovo Moretti.

Roberto, Carmine e Ferdinando: sono 3 fratelli ed il 28 giugno saranno ordinati sacerdoti insieme!Roberto, il maggiore, Carmine e Ferdinando, gemelli, saranno ordinati venerdì dall’arcivescovo Moretti. Con loro altri 11 giovani. «Vocazione nata dall’Adorazione eucaristica nella nostra comunità»
La sera del 28 giugno si vivrà nella Cattedrale dei Santi Matteo e Gregorio Magno a Salerno un appuntamento che non può passare inosservato. Quattordici giovani dell’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno verranno ordinati sacerdoti dall’amministratore apostolico, l’arcivescovo Luigi Moretti. Anche per una Chiesa locale come quella salernitana che, nonostante la contrazione delle vocazioni, è riuscita annualmente a ricevere in dono novelli presbiteri, il numero degli ordinandi è di tutto riguardo.

Ma le particolarità non si esauriscono nel numero. C’è la storia di tre fratelli, di cui due gemelli, che nella solennità del Sacro Cuore di Gesù, insieme agli altri undici diventeranno preti.


Roberto, Carmine e Ferdinando De Angelis, 34 anni il primo e 30 i gemelli, hanno scelto di donarsi totalmente a Cristo.
È Carmine che racconta dello stupore di una scoperta. «Ho sempre custodito nel cuore e nella testa il seme che il Signore aveva posto in me. Lo hanno coltivato i miei genitori con il loro stile educativo improntato a una fede autentica e a principi solidi. Quando anche Ferdinando disse di volersi incamminare verso il sacerdozio non fui sorpreso. Lo fummo entrambi, invece, quando capimmo che il fratello maggiore, Roberto voleva diventare prete. Il primo a incamminarsi è stato lui, poi l’anno successivo toccò a me e a Ferdinando».

C’è stato un momento particolare in cui il Signore ha iniziato a scavare nella vita dei tre fratelli.
«Siamo di un piccolo paese di circa seimila abitanti, Bracigliano, nel quale il 2010 si intraprese l’Adorazione eucaristica perpetua con la speciale intenzione di chiedere che dei giovani rispondessero alla chiamata del Signore. La preghiera traccia il solco e non rimane mai inascoltata e così, con l’insistenza dei fedeli, c’è stato l’exploit. Noi abbiamo solo offerto la disponibilità e Dio ha fatto il resto».
«Ero attratto dalle chiese, dovevo entrarci e mettermi a pregare e la magnificenza delle opere d’arte mi parlava della bellezza che porta a Dio»
Queste le parole di Roberto,riporta Avvenire, mentre descrive la sua vita di ordinario studente universitario laureando in lingue. Roberto, Carmine e Ferdinando hanno iniziato la loro formazione presso il Seminario metropolitano “Giovanni Paolo II” circa sette anni fa affidandosi al rettore don Gerardo Albano e agli altri educatori. E insieme si sono lasciati plasmare dalla Parola di Dio di cui sono innamorati. «Quelli della formazione sono stati anni molto belli – sottolineano i tre fratelli –, certo con qualche difficoltà dovuta alla condivisione di tutto con altri giovani in cammino, che all’inizio sembra difficile ma poi diventa naturale e bella. Ora tutti e quattordici siamo un gruppo affiatato, ci vogliamo bene e non comprendiamo perché tutti vogliano parlare solo di noi tre. Non siamo un fenomeno, siamo come gli altri e, senza gli altri, non saremmo arrivati da nessuna parte». Hanno ragione, quella sacerdotale è una grande famiglia. Così Alfonso Basile, Emmanuel Castaldi, Agostino D’Elia, Umberto D’Incecco, Bartolomeo De Filippis, Antonio Del Mese, Emanuele Ferraro, Giovanni Galluzzo, Emmanuel Intartaglia, Raffaele Mazzocca, e Giuseppe Roca assieme a loro saranno un’unica benedizione per tutta la Chiesa salernitana.

Di Alfonso d’Alessio per Avvenire.it

giovedì 13 giugno 2019






La Vergine di Loreto
La statua della Madonna di Loreto, detta anche Vergine Lauretana, scolpita su legno di cedro del Libano dei Giardini Vaticani e rivestita della tradizionale dalmatica, ha sostituito – per volere di Papa Pio XI – la più antica, del XIV secolo, andata distrutta in un incendio nel 1921.


La prima immagine della Vergine venerata nella Santa Casa era dipinta su una tavola lignea: secondo una tradizione secolare, era opera dell’evangelista San Luca, il medico-pittore, e gli apostoli l’avevano esposta a Nazareth.

Il 13 febbraio 1797 Napoleone Bonaparte (1769-1821) giunse a Loreto, avido di quel tesoro costituito dalle offerte dei fedeli (dai re alla gente comune). All’arrivo del generale francese, una parte del tesoro era stata messa in salvo, ma, grazie al supporto di alcuni giacobini locali, furono comunque trafugati 5 milioni di scudi, 95 chili d’oro, 17 quintali di argento.

La statua della Vergine fu acquisita e spedita a Parigi, al museo del Louvre, catalogata con la seguente dicitura: “Statua di legno orientale, lavoro della scuola egizio-giudaica”. Secondo gli accordi del Trattato di Tolentino, tornò a Loreto nel 1802.

Il culto della Santa Casa di Loreto e della Madonna Nera è ancora vivo in molte chiese in tutto il mondo, dove spesso è presente una replica fedele della costruzione conservata a Loreto o della statua della Virgo Lauretana.



Nei manifesti delle ultime edizioni del Pellegrinaggio Macerata-Loreto, l’immagine che ritrae la Vergine con in braccio il Bambino è diversa da quelle utilizzate negli scorsi anni, che non raffiguravano altro che una copia artistica della statua originale.

Si è pensato, infatti, di recuperare uno scatto raro (ad opera di Bruno Longarini) della statua che è gelosamente custodita dai padri Cappuccini nella teca sopra l’altare della Santa Casa e che viene mostrata solo in occasioni speciali.


Il volto originario della Vergine si presenta in tutta la sua maestosità e regalità (lo confermano i decori, i dettagli della veste e il globo crucigero retto da Gesù); eppure ciò che prevale è la semplicità e l’essenzialità della sua postura, del suo sguardo materno pieno di misericordia.

La Santa Casa

Nel santuario di Loreto sono conservatele le pietre della casa della Vergine di Nazaret. Secondo il racconto della tradizione quelle pietre furono trasportate dagli angeli. La loro prima sosta avvenne in terra d’Illiria, in una località chiamata Fiume ed identificata da alcuni con Tersatto, nel Golfo del Quernaro. Qui la Santa Casa non trovò devozione tra la popolazione e quindi le pietre furono trasferite a Recanati nella notte tra il 9 e il 10 dicembre 1294. Anche a Recanati le pietre conobbero diverse tappe: prima il porto, in una selva detta Banderuola, quindi in un terreno che apparteneva a due fratelli che finirono per litigare per dividersi le offerte dei fedeli, ed infine in una strada pubblica sul Monte Prodo, l’attuale collocazione.

Dunque dal 1294 le pietre tra le quali la Vergine visse, ricevette l’arcangelo Gabriele e l’annuncio di diventare madre del Salvatore e tra le quali avvenne l’Incarnazione di Gesù, si trovano in quella che era una piccola località – Loreto – nel comune di Recanati. Loreto divenne diocesi e città solo nel 1586.

Nel 1294 erano trascorsi appena tre anni dalla conquista musulmana dell’ultimo baluardo crociato in Palestina, San Giovanni d’Acri (16 maggio 1291). Sia prima di quella data che successivamente dalla Terra Santa partirono per l’Europa le reliquie più care ai cristiani. Il trasferimento delle pietre della Santa Casa va collegato in questo quadro storico.

Le ricerche archeologiche hanno offerto un grande contributo alla storia della Santa Casa. Si sono scoperti due muri – uno cosiddetto “pre-recanatese”, l’altro “recanatese” – databili tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento. Costituivano un sostegno e una protezione attorno alle pietre della Santa Casa, considerata, evidentemente una reliquia e non una semplice chiesetta mariana.

L’architetto Nanni Monelli, in base ad indagini compiute a Loreto sulle dimensioni, i manufatti, la collocazione della Santa Casa, è arrivato altresì alla conclusione – a conferma della tradizione – per la quale i due elementi della Casa della Vergine, ovvero da un lato le pietre lauretane, dall’altro la grotta di Nazareth, risultano parte di una stessa unità, presentando sorprendenti corrispondenze.

La devozione mariana
Secondo un’antica tradizione, la  Santa Casa di Nazareth, nella quale la Madonna nacque e ricevette l’annuncio dell’Angelo, venne trasportata dagli angeli in territorio marchigiano nella notte del 10 dicembre 1294.

Sono molte le fonti letterarie, iconografiche e archeologiche che dalla fine del XII secolo attestano la presenza e il culto della Santa Casa di Loreto. Fin dai primi anni del Trecento, da paesi vicini e da altre parti d’Italia, nonché dall’Europa Settentrionale (ad esempio nel 1322 dalla Germania) e dalla Grecia, i pellegrini iniziarono a muoversi per raggiungere la Casa.

Le indulgenze concesse dai papi, le manifestazioni di devozione dei fedeli e le grazie della Madonna incrementarono sempre più questo fenomeno, che diventò talmente grande da costringere anche le autorità civili locali ad interventi di protezione dei pellegrini tramite il rilascio di salvacondotti, riparazioni e costruzioni di strade, ponti, etc. Nelle vie percorse dai pellegrini la carità dei cristiani aveva inoltre approntato ricoveri ed ospizi.

Numerosi papi, regnanti e personaggi famosi sono giunti nei secoli a Loreto. Nel Febbraio del 1493 l’equipaggio di Cristoforo Colombo nel viaggio di ritorno dopo la scoperta dell’America, sorpreso da una tempesta, fa un voto alla Madonna di Loreto: «Fu gittata un’altra volta la sorte a fine di inviare un romeo (pellegrino) a Santa Maria di Loreto, la quale si trova nella Marca d’Ancona, terra del Papa, ed è la casa dove nostra Signora ha fatto e fa tuttavia numerosi e grandi miracoli». Nel cinquecento Loreto è ormai una delle mete di pellegrinaggio più importanti per i cristiani, ed è perciò conosciuta in tutto il mondo: si registra nel 1582 la presenza dell’ambasciatore russo, inviato al Papa da Ivan IV e, nel 1585, dell’ambasciatore del Giappone.

Il pellegrinaggio comportava nei secoli scorsi numerosi rischi, dovuti alle condizioni delle vie di comunicazione e dei mezzi di trasporto. Per ovviare a tali difficoltà e per favorire un clima di raccoglimento, di preghiera e di testimonianza reciproca vengono organizzati numerosi pellegrinaggi di gruppo. Si assiste infatti, dopo il Pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto, ad una significativa ripresa di questa modalità.

Per il VII Centenario di Loreto (1994-1995) Giovanni Paolo II scrisse all’allora arcivescovo di Loreto, mons. Pasquale Macchi: «La Santa Casa di Loreto non è solo una reliquia, ma anche una preziosa icona, concreta».

Il falò per la venuta
Il 10 dicembre si celebra, secondo il calendario liturgico cattolico, la festa della Madonna di Loreto. La tradizione popolare e religiosa vuole che proprio nella notte del 10 dicembre 1924 la Santa Casa di Nazareth, dove Maria nacque, visse e ricevette l’annuncio dell’Angelo, venisse trasportata dagli angeli in territorio marchigiano.

Nella notte della vigilia della “Venuta” l’usanza popolare ha fatto divenire tradizione la famosa accesa del “focaraccio”, come a voler segnare, illuminandolo, il percorso di quel passaggio miracoloso nella notte buia. Ogni anno contadini marchigiani e associazioni varie mantengono viva la memoria di questo gesto arricchendolo di sincera fede e spontanea devozione alla Madonna Lauretana.

Da molti anni, a Macerata, il “Comitato Pellegrinaggio Macerata-Loreto", invita tutti gli Amici del Pellegrinaggio a realizzare ovunque il tradizionale Falò in piazza, per ricordare la venuta della Santa Casa a Loreto. Questo momento è stato voluto da mons. Giancarlo Vecerrica, ideatore e guida del Pellegrinaggio, anche come circostanza per annunciare in modo solenne l'edizione del Pellegrinaggio dell'anno successivo.
La Santa Casa

Nel santuario di Loreto sono conservatele le pietre della casa della Vergine di Nazaret. Secondo il racconto della tradizione quelle pietre furono trasportate dagli angeli. La loro prima sosta avvenne in terra d’Illiria, in una località chiamata Fiume ed identificata da alcuni con Tersatto, nel Golfo del Quernaro. Qui la Santa Casa non trovò devozione tra la popolazione e quindi le pietre furono trasferite a Recanati nella notte tra il 9 e il 10 dicembre 1294. Anche a Recanati le pietre conobbero diverse tappe: prima il porto, in una selva detta Banderuola, quindi in un terreno che apparteneva a due fratelli che finirono per litigare per dividersi le offerte dei fedeli, ed infine in una strada pubblica sul Monte Prodo, l’attuale collocazione.

Dunque dal 1294 le pietre tra le quali la Vergine visse, ricevette l’arcangelo Gabriele e l’annuncio di diventare madre del Salvatore e tra le quali avvenne l’Incarnazione di Gesù, si trovano in quella che era una piccola località – Loreto – nel comune di Recanati. Loreto divenne diocesi e città solo nel 1586.

Nel 1294 erano trascorsi appena tre anni dalla conquista musulmana dell’ultimo baluardo crociato in Palestina, San Giovanni d’Acri (16 maggio 1291). Sia prima di quella data che successivamente dalla Terra Santa partirono per l’Europa le reliquie più care ai cristiani. Il trasferimento delle pietre della Santa Casa va collegato in questo quadro storico.

Le ricerche archeologiche hanno offerto un grande contributo alla storia della Santa Casa. Si sono scoperti due muri – uno cosiddetto “pre-recanatese”, l’altro “recanatese” – databili tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento. Costituivano un sostegno e una protezione attorno alle pietre della Santa Casa, considerata, evidentemente una reliquia e non una semplice chiesetta mariana.

L’architetto Nanni Monelli, in base ad indagini compiute a Loreto sulle dimensioni, i manufatti, la collocazione della Santa Casa, è arrivato altresì alla conclusione – a conferma della tradizione – per la quale i due elementi della Casa della Vergine, ovvero da un lato le pietre lauretane, dall’altro la grotta di Nazareth, risultano parte di una stessa unità, presentando sorprendenti corrispondenze.

La devozione mariana
Secondo un’antica tradizione, la  Santa Casa di Nazareth, nella quale la Madonna nacque e ricevette l’annuncio dell’Angelo, venne trasportata dagli angeli in territorio marchigiano nella notte del 10 dicembre 1294.

Sono molte le fonti letterarie, iconografiche e archeologiche che dalla fine del XII secolo attestano la presenza e il culto della Santa Casa di Loreto. Fin dai primi anni del Trecento, da paesi vicini e da altre parti d’Italia, nonché dall’Europa Settentrionale (ad esempio nel 1322 dalla Germania) e dalla Grecia, i pellegrini iniziarono a muoversi per raggiungere la Casa.

Le indulgenze concesse dai papi, le manifestazioni di devozione dei fedeli e le grazie della Madonna incrementarono sempre più questo fenomeno, che diventò talmente grande da costringere anche le autorità civili locali ad interventi di protezione dei pellegrini tramite il rilascio di salvacondotti, riparazioni e costruzioni di strade, ponti, etc. Nelle vie percorse dai pellegrini la carità dei cristiani aveva inoltre approntato ricoveri ed ospizi.

Numerosi papi, regnanti e personaggi famosi sono giunti nei secoli a Loreto. Nel Febbraio del 1493 l’equipaggio di Cristoforo Colombo nel viaggio di ritorno dopo la scoperta dell’America, sorpreso da una tempesta, fa un voto alla Madonna di Loreto: «Fu gittata un’altra volta la sorte a fine di inviare un romeo (pellegrino) a Santa Maria di Loreto, la quale si trova nella Marca d’Ancona, terra del Papa, ed è la casa dove nostra Signora ha fatto e fa tuttavia numerosi e grandi miracoli». Nel cinquecento Loreto è ormai una delle mete di pellegrinaggio più importanti per i cristiani, ed è perciò conosciuta in tutto il mondo: si registra nel 1582 la presenza dell’ambasciatore russo, inviato al Papa da Ivan IV e, nel 1585, dell’ambasciatore del Giappone.

Il pellegrinaggio comportava nei secoli scorsi numerosi rischi, dovuti alle condizioni delle vie di comunicazione e dei mezzi di trasporto. Per ovviare a tali difficoltà e per favorire un clima di raccoglimento, di preghiera e di testimonianza reciproca vengono organizzati numerosi pellegrinaggi di gruppo. Si assiste infatti, dopo il Pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto, ad una significativa ripresa di questa modalità.

Per il VII Centenario di Loreto (1994-1995) Giovanni Paolo II scrisse all’allora arcivescovo di Loreto, mons. Pasquale Macchi: «La Santa Casa di Loreto non è solo una reliquia, ma anche una preziosa icona, concreta».

Il falò per la venuta
Il 10 dicembre si celebra, secondo il calendario liturgico cattolico, la festa della Madonna di Loreto. La tradizione popolare e religiosa vuole che proprio nella notte del 10 dicembre 1924 la Santa Casa di Nazareth, dove Maria nacque, visse e ricevette l’annuncio dell’Angelo, venisse trasportata dagli angeli in territorio marchigiano.

Nella notte della vigilia della “Venuta” l’usanza popolare ha fatto divenire tradizione la famosa accesa del “focaraccio”, come a voler segnare, illuminandolo, il percorso di quel passaggio miracoloso nella notte buia. Ogni anno contadini marchigiani e associazioni varie mantengono viva la memoria di questo gesto arricchendolo di sincera fede e spontanea devozione alla Madonna Lauretana.

Da molti anni, a Macerata, il “Comitato Pellegrinaggio Macerata-Loreto", invita tutti gli Amici del Pellegrinaggio a realizzare ovunque il tradizionale Falò in piazza, per ricordare la venuta della Santa Casa a Loreto. Questo momento è stato voluto da mons. Giancarlo Vecerrica, ideatore e guida del Pellegrinaggio, anche come circostanza per annunciare in modo solenne l'edizione del Pellegrinaggio dell'anno successivo.



La Vergine di Loreto


La statua della Madonna di Loreto, detta anche Vergine Lauretana, scolpita su legno di cedro del Libano dei Giardini Vaticani e rivestita della tradizionale dalmatica, ha sostituito – per volere di Papa Pio XI – la più antica, del XIV secolo, andata distrutta in un incendio nel 1921.

La prima immagine della Vergine venerata nella Santa Casa era dipinta su una tavola lignea: secondo una tradizione secolare, era opera dell’evangelista San Luca, il medico-pittore, e gli apostoli l’avevano esposta a Nazareth.

Il 13 febbraio 1797 Napoleone Bonaparte (1769-1821) giunse a Loreto, avido di quel tesoro costituito dalle offerte dei fedeli (dai re alla gente comune). All’arrivo del generale francese, una parte del tesoro era stata messa in salvo, ma, grazie al supporto di alcuni giacobini locali, furono comunque trafugati 5 milioni di scudi, 95 chili d’oro, 17 quintali di argento.

La statua della Vergine fu acquisita e spedita a Parigi, al museo del Louvre, catalogata con la seguente dicitura: “Statua di legno orientale, lavoro della scuola egizio-giudaica”. Secondo gli accordi del Trattato di Tolentino, tornò a Loreto nel 1802.

Il culto della Santa Casa di Loreto e della Madonna Nera è ancora vivo in molte chiese in tutto il mondo, dove spesso è presente una replica fedele della costruzione conservata a Loreto o della statua della Virgo Lauretana.



Nei manifesti delle ultime edizioni del Pellegrinaggio Macerata-Loreto, l’immagine che ritrae la Vergine con in braccio il Bambino è diversa da quelle utilizzate negli scorsi anni, che non raffiguravano altro che una copia artistica della statua originale.

Si è pensato, infatti, di recuperare uno scatto raro (ad opera di Bruno Longarini) della statua che è gelosamente custodita dai padri Cappuccini nella teca sopra l’altare della Santa Casa e che viene mostrata solo in occasioni speciali.

Il volto originario della Vergine si presenta in tutta la sua maestosità e regalità (lo confermano i decori, i dettagli della veste e il globo crucigero retto da Gesù); eppure ciò che prevale è la semplicità e l’essenzialità della sua postura, del suo sguardo materno pieno di misericordia.

Il manifesto e il dépliant del 41° Pellegrinaggio
“Non sarai più solo, mai”.

È questo il contenuto dell'iniziativa di Dio che non ci lascia mai soli di fronte alle paure e agli imprevisti della vita... Ed è anche il titolo del prossimo 41° Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto.

Puoi scaricare il manifesto di #MacerataLoreto19 con le informazioni essenziali per «essere parte» di questa iniziativa.

Con il dépliant, invece, puoi approfondire il tema che guiderà il cammino notturno e scoprire tutti i dettagli dell’evento.

Il Pellegrinaggio di quest'anno sarà anche in preparazione del Mese Missionario Straordinario (ottobre 2019) indetto da Papa Francesco sul tema “Battezzati e inviati”.

Le parole del Santo Padre ci aiutano a prepararci all'appuntamento di sabato 8 giugno 2019:

«Dio non ti abbandona mai. Dio non abbandona nessuno. Dio ti dice: “Vieni”. Dio ti aspetta e ti abbraccia, e se non sai la strada viene a cercarti. Ognuno di noi è molto di più delle “etichette” che gli mettono. La gioia e la speranza del cristiano nascono dall’aver sperimentato qualche volta questo sguardo di Dio che ci dice: “tu fai parte della mia famiglia e non posso abbandonarti alle intemperie”. Questo è quello che Dio dice a ciascuno di noi, perché Dio è Padre. “Tu sei parte della mia famiglia e non ti abbandonerò alle intemperie, non ti lascerò a terra sulla strada, no, non posso perderti per strada” – ci dice Dio, ad ognuno di noi, con nome e cognome – “io sono qui con te”. Qui? Sì, qui».

Infine, con il modulo seguente puoi richiedere di ricevere gratuitamente il materiale informativo per proporre a tutti i tuoi amici di «prendere parte» a questo gesto insieme a te.

















La Vergine di Loreto
La statua della Madonna di Loreto, detta anche Vergine Lauretana, scolpita su legno di cedro del Libano dei Giardini Vaticani e rivestita della tradizionale dalmatica, ha sostituito – per volere di Papa Pio XI – la più antica, del XIV secolo, andata distrutta in un incendio nel 1921.

La prima immagine della Vergine venerata nella Santa Casa era dipinta su una tavola lignea: secondo una tradizione secolare, era opera dell’evangelista San Luca, il medico-pittore, e gli apostoli l’avevano esposta a Nazareth.

Il 13 febbraio 1797 Napoleone Bonaparte (1769-1821) giunse a Loreto, avido di quel tesoro costituito dalle offerte dei fedeli (dai re alla gente comune). All’arrivo del generale francese, una parte del tesoro era stata messa in salvo, ma, grazie al supporto di alcuni giacobini locali, furono comunque trafugati 5 milioni di scudi, 95 chili d’oro, 17 quintali di argento.

La statua della Vergine fu acquisita e spedita a Parigi, al museo del Louvre, catalogata con la seguente dicitura: “Statua di legno orientale, lavoro della scuola egizio-giudaica”. Secondo gli accordi del Trattato di Tolentino, tornò a Loreto nel 1802.

Il culto della Santa Casa di Loreto e della Madonna Nera è ancora vivo in molte chiese in tutto il mondo, dove spesso è presente una replica fedele della costruzione conservata a Loreto o della statua della Virgo Lauretana.



Nei manifesti delle ultime edizioni del Pellegrinaggio Macerata-Loreto, l’immagine che ritrae la Vergine con in braccio il Bambino è diversa da quelle utilizzate negli scorsi anni, che non raffiguravano altro che una copia artistica della statua originale.

Si è pensato, infatti, di recuperare uno scatto raro (ad opera di Bruno Longarini) della statua che è gelosamente custodita dai padri Cappuccini nella teca sopra l’altare della Santa Casa e che viene mostrata solo in occasioni speciali.

Il volto originario della Vergine si presenta in tutta la sua maestosità e regalità (lo confermano i decori, i dettagli della veste e il globo crucigero retto da Gesù); eppure ciò che prevale è la semplicità e l’essenzialità della sua postura, del suo sguardo materno pieno di misericordia.

Il manifesto e il dépliant del 41° Pellegrinaggio
“Non sarai più solo, mai”.

È questo il contenuto dell'iniziativa di Dio che non ci lascia mai soli di fronte alle paure e agli imprevisti della vita... Ed è anche il titolo del prossimo 41° Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto.

Puoi scaricare il manifesto di #MacerataLoreto19 con le informazioni essenziali per «essere parte» di questa iniziativa.

Con il dépliant, invece, puoi approfondire il tema che guiderà il cammino notturno e scoprire tutti i dettagli dell’evento.

Il Pellegrinaggio di quest'anno sarà anche in preparazione del Mese Missionario Straordinario (ottobre 2019) indetto da Papa Francesco sul tema “Battezzati e inviati”.

Le parole del Santo Padre ci aiutano a prepararci all'appuntamento di sabato 8 giugno 2019:

«Dio non ti abbandona mai. Dio non abbandona nessuno. Dio ti dice: “Vieni”. Dio ti aspetta e ti abbraccia, e se non sai la strada viene a cercarti. Ognuno di noi è molto di più delle “etichette” che gli mettono. La gioia e la speranza del cristiano nascono dall’aver sperimentato qualche volta questo sguardo di Dio che ci dice: “tu fai parte della mia famiglia e non posso abbandonarti alle intemperie”. Questo è quello che Dio dice a ciascuno di noi, perché Dio è Padre. “Tu sei parte della mia famiglia e non ti abbandonerò alle intemperie, non ti lascerò a terra sulla strada, no, non posso perderti per strada” – ci dice Dio, ad ognuno di noi, con nome e cognome – “io sono qui con te”. Qui? Sì, qui».


Infine, con il modulo seguente puoi richiedere di ricevere gratuitamente il materiale informativo per proporre a tutti i tuoi amici di «prendere parte» a questo gesto insieme a te.


Sudafrica, un leopardo uccide bimbo di 30 mesi nel parco Kruger

Sudafrica, un leopardo uccide bimbo di 30 mesi nel parco Kruger

Sudafrica, un leopardo uccide bimbo di 30 mesi nel parco Kruger Sembra che l'animale sia entrato nella zona dove lo staff vive con le proprie famiglie

Un leopardo ha attaccato e ucciso un bimbo di due anni e mezzo, all'interno del parco nazionale del Kruger, in Sudafrica. 


Secondo le prime informazioni, sembra che l'animale abbia sorpassato le barriere che delimitano la zona degli alloggi dello staff e abbia attaccato il piccolo.

Il bimbo, di soli 30 mesi, "è stato dichiarato morto dai dottori all'ospedale Shongwe dove è stato portato dai familiari", ha fatto sapere il parco in un comunicato. L'attacco è avvenuto martedì sera. Sembra che il leopardo sia entrato nella zona dove lo staff del parco vive con le proprie famiglie. Questa parte è separata dal resto della riserva naturale con una barriera elettrificata, che l'animale sembra sia riuscito a superare, scagliandosi contro il piccolo e uccidendolo.

Secondo gli addetti del Kruger, è possibile che l'attacco sia avvenuto perché lì gli animali sono troppo abituati a stare a contatto con gli umani: "In parchi come il Kruger, i predatori interagiscono con turisti e staff". Per questo, può succedere che alcune specie si abituano alla presenza di esseri umani e perdano la paura nei loro confronti: "Il cambiamento nel comportamento naturale può portare a sfortunati incidenti come questo", ha spiegato ancora la direzione del parco.
Dopo l'aggressione, i ranger sono riusciti a rintracciare il leopardo e bloccarlo. Poi lo hanno abbattuto, per evitare che l'incidente si ripetesse. Solitamente attacchi del genere sono molto rari, ma possono essere un pericolo per lo staff, che vive all'interno del parco con le proprie famiglie.

mercoledì 5 giugno 2019

L'omaggio alla prima donna laureata al mondo: Google celebra Elena Cornaro Piscopia




Oggi ricorre il 373esimo anniversario della nascita di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, laureatasi in Filosofia all'Università di Padova nel 1678: il "doodle" di Google in suo onore.

Spesso Google, il motore di ricerca su Internet più utilizzato in tutto il mondo, modifica il proprio logo in occasione di particolari eventi e festività o ricorrenze, creando così quello che in gergo si chiama "doodle". E quello scelto il 5 giugno 2019 rimarrà senza dubbio nel cuore di tutti i padovani, perché omaggia Elena Lucrezia Cornaro Piscopia“
L'omaggio alla prima donna laureata al mondo: Google celebra Elena Cornaro Piscopia

Elena Lucrezia Cornaro Piscopia

L'omaggio alla prima donna laureata al mondo: Google celebra Elena Cornaro Piscopia

In questa giornata, infatti, ricorre il 373esimo anniversario della nascita di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, nata a Venezia il 5 giugno 1646 ma conosciuta in tutto il globo in quanto prima donna laureata al mondo. E riuscì a tagliare tale traguardo all'Università degli Studi di Padova, dove si laureò in filosofia nel 1678: una vera e propria impresa al tempo, se si pensa che in Italia si sarebbe dovuto aspettare fino al 1732 per la laurea di un'altra donna, vale a dire la fisica bolognese Laura Bassi. Elena Lucrezia Cornaro Piscopia morì 38enne, nel 1684, proprio nella città del Santo, ma a quasi 350 anni dal raggiungimento del suo obiettivo è divenuta non solo un esempio per tutti di emancipazione femminile e lotta per la parità dei diritti, ma anche un vanto e un lustro per Padova e il suo ateneo.

A questo link trovate la sua storia, da leggere tutta d'un fiato. E da tramandare, per ricordare la grandezza di questa donna. E di Padova...


La curcuma ha un colore caldo e brillante e un tipico sapore pungente.


Le proprieta' della curcuma

Ma i benefici di questa spezia orientale non si fermano qui: potrebbe infatti far bene contro diabete, colesterolo alto, obesità, in ragione delle sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Probabile anche un’azione di rallentamento nei confronti dei tumori. Si dice curcuma, ma si coniuga in vari modi. Diverse sono le specie, di cui la più usata in commercio è la “curcuma longa”. Si vende pura, ma circola molto come ingrediente principale del curry. E’ una spezia, ma nell'antichità era nota per avere grandi proprietà medicamentose, in special modo antinfiammatorie. Utilizzarla in cucina potrebbe dunque rivelarsi utile non soltanto dal punto di vista del gusto, ma anche per i suoi potenziali vantaggi per la salute.


 PROPRIETÀ E BENEFICI DELLA CURCUMA 

Vediamone i componenti, per prima la curcumina (il principale componente biologicamente attivo), da cui il nome e cui si deve il caldo colore giallo. Ricerche cliniche eseguite negli ultimi anni, confermano le notevoli proprietà anticancerogene, antinfiammatorie e antiossidanti della curcumina. Inoltre recentemente è stato dimostrato anche un potenziale effetto neuroprotettivo della curcumina stessa. Il sapore pungente tipico viene invece dal turmerone. Quanto alle proprietà, salutari, della curcuma, sono state indagate quando alcuni ricercatori si sono accorti di una diversa incidenza di alcune malattie nelle zone di consumo abituale delle spezie. La curcumina, dunque. Sembra influire sulla modulazione dello stato infiammatorio che è alla base di obesità, diabete, disturbi cardiovascolari e tumori. Negli esperimenti sugli animali si è visto che la curcumina influirebbe sull’insorgenza di queste malattie anche con un’azione diretta su fegato e pancreas. Studi condotti sugli uomini hanno evidenziato un calo di zuccheri nel sangue in soggetti diabetici, un aumento del colesterolo HDL (quello “buono”) a scapito di quello LDL (“cattivo”) e in persone con aterosclerosi una diminuzione dei livelli di fibrinogeno nel sangue, con conseguente minor rischio di trombi. 


CURCUMA E TUMORI 


Infine, sul capitolo tumori, la curcuma potrebbe avere un qualche effetto positivo dato lo stretto legame del cancro con lo stato infiammatorio alterato e lo stress ossidativo e date le potenziali proprietà antiossidanti e antinfiammatorie di questa spezia. Si pensa anche che la curcuma possa contribuire a rallentare lo sviluppo tumorale. Le premesse sono interessanti e spingono ad approfondire le ricerche sulla curcuma e sulle altre spezie. In sintesi, in ambito medico la curcumina rappresenta, biodisponibilità permettendo, un prodotto naturale dalle buone potenzialità, capace di agire su vari distretti del nostro organismo: soprattutto grazie al suo potere antinfiammatorio. Da numerosi studi in vivo, è emerso inoltre che la curcumina può anche inibire la produzione di ossido nitrico e delle specie reattive dell’ossigeno e fungere da «spazzino» in presenza di metalli come rame, manganese e ferro che ne modulano l’attività. Si tratta di un ulteriore aspetto rilevante, se si considera che lo stress ossidativo riveste un ruolo di primo piano nella patogenesi di varie malattie come cancro, diabete, patologie cardiovascolari e neuronali. CURCUMA RICETTE La curcuma viene spesso impiegata nelle ricette vegetariane, grazie alle notevoli proprietà salutistiche. Si può aggiungere a fine cottura di molti alimenti, ma si può anche aggiungere a vari tipi di yogurt o farne una salsa.